Big Pharma tassa i consumatori

Il Governo vuole tassare ancora le sigarette per finanziare le spese della Sanità. Una mossa che rischia di aumentare il contrabbando e di avere un ritorno fiscale inferiore alle aspettative come già sta accadendo. Chi ne beneficia? Le aziende farmaceutiche.

Non basta l’aumento delle accise approvato lo scorso luglio, grazie al quale le sigarette di fascia medio-bassa sono già salite di prezzo. Il Governo ora propone un’altra tassa di 1 cent. a sigaretta, 20 cent. a pacchetto, per finanziare le numerose spese della Sanità (l’Associazione degli Oncologi propone di sussidiare un fondo per la ricerca sui farmaci anti-tumore) e per indurre i fumatori a smettere. Vista così potrebbe sembrare una proposta giusta. Chi potrebbe obiettare di fronte a un fine così nobile? Si tratta però di una mossa puramente vessatoria in mano agli interessi di chi i farmaci li vende e dello Stato che ha bisogno di battere cassa.

È la natura ciclica delle cosiddette “tasse di scopo”. Ogni Governo, in affanno con i conti e alla continua ricerca di denaro da parte del contribuente, ne progetta almeno 4-5 durante la legislatura. Questa volta tocca al tabacco perché è il prodotto più attaccabile ed il numero dei consumatori è sufficiente a garantire un costante gettito fiscale. Ma sono proprio i cittadini, fumatori e non, ad essere i più penalizzati dall’aumento delle accise che, alla prova dei fatti, sono poco efficaci per raggiungere gli obiettivi dichiarati e anche quelli non dichiarati.

Gli obiettivi sono ufficialmente due: contribuire al mantenimento del welfare pubblico e diminuire il numero dei fumatori. Nel primo caso si prevede un aumento di gettito compreso tra i 700 e i 750 milioni di euro calcolato tenendo conto il numero di sigarette vendute ogni anno in Italia (circa 75 miliardi). Non tengono in considerazione però che il settore del tabacco è in contrazione da tempo, come spesso abbiamo ricordato nei nostri articoli, e quest’anno anno secondo il MEF fornirà 1 miliardo di gettito in meno rispetto alle previsioni, nonostante l’aumento delle accise.

In secondo luogo, aspettarsi una diminuzione dei fumatori come conseguenza di una tassa è in contrasto con il buon senso e con la volontà di aumentare l’incasso. Non vi è alcuna certezza matematica che i consumatori smettano totalmente di fumare. C’è una gamma di possibilità da prendere in considerazione. Il fumatore potrebbe semplicemente rimanere fedele al proprio brand oppure spostarsi verso prodotti meno costosi rispetto alla sua scelta abituale. Sono i casi migliori. In quello peggiore potrebbe aumentare il consumo di sigarette da contrabbando (è già successo in Australia, ma anche in Francia e Inghilterra) che in Italia è sempre rimasto piuttosto basso.

Chi ne beneficerebbe? Un po’ lo Stato ma, come abbiamo visto, potrebbe essere un boomerang fiscale. Sicuramente le aziende farmaceutiche che vendono allo Stato i farmaci oncologici. Se infatti fosse confermata la notizia che il fondo nasce, in parte, per coprire questa spesa pubblica allora ci sono pochi dubbi sui principali destinatari dei ricavi.

E il consumatore? Come visto non avrebbe sostanziali benefici. Sia per i non fumatori che per i fumatori si tratterebbe solamente di un inganno volto a prelevare soldi dalle loro tasche. La Sanità ha costantemente bisogno di soldi. Il problema è che invece di tagliare costi inutili, ridurre gli sprechi burocratici e riformare seriamente il settore si cerca di scaricare sempre tutto sulle spalle del contribuente che ha già una vita piuttosto difficile con l’erario italiano. Per non parlare dei danni diretti ed indiretti di un aumento del contrabbando.

Invece di tartassare il contribuente e di gravare su di un settore non tanto in salute, il Governo potrebbe pensare di rimodulare la tassazione sulle sigarette elettroniche su cui, come abbiamo più volte sottolineato, grava un’imposta iniqua che ha avuto un impatto negativo su di un settore di eccellenza. In altri paesi ciò è stato fatto con il beneplacito delle istituzioni e con risultati concreti. Basti pensare che attualmente il Ministero della Salute del Regno Unito sta incentivando l’utilizzo delle e-cig anche all’interno della campagna istituzionale, chiamata Stoptober, con lo scopo di diminuire il numero dei fumatori.

Ministra Lorenzin, Ministro Padoan, vorreste passare alla storia come coloro che hanno aumentato il contrabbando di sigarette, portato in cassa molto meno di quanto previsto e favorito le aziende farmaceutiche senza alcun vantaggio per i cittadini?

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