#FactChecking 2, l’Eurodeputato Caputo promosso con qualche riserva sull’olio di palma

Il nostro fact checking sulle dichiarazioni riguardo l’olio di palma dell’On. Nicola Caputo (PD – S&D) in sede europea presso la Commissione ENVI
La settimana scorsa la Commissione del Parlamento Europeo ENVI (Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare) si è riunita per un dibattito assieme al Commissario Europeo Vytenis Andriukaitis e al Direttore Esecutivo dell’EFSA, l’autorità per la sicurezza alimentare, Bernhard Url. Gli argomenti in cui si è discusso: il programma UE sui temi salute e alimentazione e le future attività dell’EFSA.
A margine della seduta sono stati riportati alcuni commenti o spezzoni di dibattito dei membri della Commissione. Fra tutti, degno di nota è quello dell’On. Nicola Caputo, parlamentare del Partito Democratico e membro del gruppo S&D.
Nell’ambito della discussione sugli oli vegetali egli ha dichiarato che:  “Il problema non è dell’olio di palma in sé, ma del modo in cui viene prodotto: ad alte temperature, per abbassare i costi di produzione”. La frase in questione, al netto delle speculazioni economiche è sostanzialmente corretta, pur ricordando che diverse aziende oramai hanno adottato metodi di lavorazione a basse temperature per eliminare contaminanti e migliorare la qualità dell’ingrediente.
E il discorso prosegue correttamente: “L’EFSA ha valutato la presenza di tre sostanze tossiche che si formano nel processo di raffinazione ad alte temperature (200°C) di oli vegetali: il glicidiolo (GE), il 3-monocloropropandiolo (3-MCPD) e il 2-monocloropropandiolo (2-MCPD).  Il problema riguarda diversi oli vegetali e margarine, ma l’EFSA – insiste Caputo – ha focalizzato l’attenzione sull’olio di palma perché le quantità presenti in esso sono superiori di 6-10 volte rispetto agli altri grassi vegetali.”
Purtroppo qui si interrompe la striscia positiva dell’On. Caputo in quanto sostiene che: “L’olio di palma ha sostituito i grassi precedentemente utilizzati proprio perché più economico”.
L’affermazione è vera ma solo in parte. L’olio di palma è stato per molto tempo più economico di altri oli vegetali (anche se i prezzi ultimamente stanno fluttuando parecchio), ma la verità, ben più importante, per le aziende alimentari è che l’olio di palma ha alcune caratteristiche uniche che lo rendono difficilmente sostituibile per mantenere certi standard nel gusto e nella consistenza dei prodotti. Non solo, permette di mantenere il livello di grassi necessario alla preparazione di alcuni alimenti senza dover ricorrere all’idrogenazione e dunque ricorrere ai dannosi grassi trans.
Per approfondire il tema ricordiamo il recente studio condotto dalla Nutrition Foundation of Italy:
http://campagneliberali.org/oliodipalma/files/2017/02/NFI-2017.pdf
Infine Caputo afferma: “Olio di palma […] Presente in merendine, biscotti, grissini, cracker e decine di altri alimenti e cibi per l’infanzia, rappresenta un potenziale problema di salute soprattutto per i bambini e i giovani”.
Al riguardo egli sembra riferirsi allo studio dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) che lo scorso anno ha pubblicato un report sugli oli vegetali in cui si rileva che se lavorati a temperature superiori ai 200° sviluppano alcuni agenti potenzialmente cancerogeni. L’olio di palma lavorato ad alte temperature presentava livelli più alti di 6-10 volte rispetto ad altri oli e questa cosa doveva essere tenuta presente soprattutto per bambini e giovani.
Questo report, spesso male interpretato da media e vari attivisti interessati, non sostiene che solo il palma contenga questi contaminanti bensì tutti gli oli e grassi vegetali lavorati ad alte temperature. È vero, ovviamente, che il palma ne può contenere quantità maggiori, ma l’EFSA ha anche stabilito delle soglie entro cui le aziende (elogiate dall’Agenzia stessa per l’impegno profuso negli anni) devono stare per quanto riguarda questi agenti. Non solo, recentemente FAO e OMS in una joint venture hanno consigliato la revisione di queste soglie giudicate fin troppo basse e precauzionali (nonché inesatte per certi versi) dunque irraggiungibili per chiunque. L’EFSA probabilmente rivedrà queste soglie al rialzo nei prossimi mesi.
Il potenziale problema di salute, di cui parla Caputo, dunque sussisterebbe solamente se bambini e giovani ingerissero quantità smodate o fuori controllo di prodotti che contengono oli e grassi vegetali lavorati ad alte temperature. Cosa che puntualmente non avviene come sottolineato dalle ricerche della Fondo Francese per l’Alimentazione e la Salute e da una ricerca del CRA-NUT del 2015, ente pubblico sotto la vigilanza del Ministero per le politiche agricole e forestali, ripreso dall’ISS nel parere del 2016.
Per maggiori informazioni:
http://campagneliberali.org/oliodipalma/files/2016/11/Huile-de-palme-FFAS.pdf
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2481_allegato.pdf
http://campagneliberali.org/oliodipalma/parere-dellistituto-superiore-sanita/
Caputo, dunque, promosso ma con riserva sull’olio di palma.
Le dichiarazioni integrali dell’On. Caputo sono disponibili qui:
http://www.larampa.it/economia/olio-palma-caputo-passato-un-anno-la-commissione-ue-non-preso-decisioni/

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