Il Fatto Alimentare ammette finalmente che i contaminanti si trovano in tutti gli oli alimentari

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Era ora. In queste ultime settimane sono stati pubblicati numerosi articoli e commenti, spesso supportati da pagine social piuttosto seguite, che smontano la bufala sull’olio di palma. Molti consumatori infatti si sono stufati di una campagna tesa solamente a denigrare questo ingrediente per motivi di marketing dove la salute non c’entra niente, ma si seguono solo le mode del momento. Tutto questo non fa altro che rafforzare la nostra voce, ormai non più sola a difendere la scienza, la verità e il diritto dei consumatori a essere informati correttamente senza ideologie e falsità.

Anche gli acerrimi nemici dell’olio di palma, il Fatto Alimentare in primis, hanno finalmente dovuto ammettere, alla luce degli studi scientifici e delle numerose prove comparative effettuate da più associazioni di consumatori e laboratori, che in tutti gli oli vegetali, compresi quello di girasole e di mais ossia i più utilizzati per sostituire il palma, si possono formare sostanze potenzialmente cancerogene se consumate in quantità superiori alle dosi raccomandate.

Non solo. Il prodotto più rappresentativo in assoluto dell’olio di palma, ossia la Nutella, non contiene alcun contaminante potenzialmente dannoso come viene riportato QUI e QUI. Dopo una campagna spinta e ricca di esagerazioni mediatiche stanno finalmente emergendo sempre più le evidenze scientifiche. E le evidenze scientifiche parlano chiaro: qualsiasi olio e non sono l’olio di palma possono contenere contaminanti, dipende dalla lavorazione industriale.

Anche il famoso documento dell’EFSA, strumentalizzato in modo univoco contro l’olio di palma, è stato chiaramente manipolato ad arte senza tenere conto della scienza e di ciò che dice oggettivamente. Come sottolineato dal prof. Corrado Galli del Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari dell’Università di Milano relativamente al report EFSA e il rischio di contaminanti presenti nell’olio di palma: “Si tratta di un pericolo quindi che diventa rischio nel momento in cui l’esposizione è tale da creare condizioni nocive per chi lo assume. Cioè quando queste sostanze sono assunte in concentrazioni elevate. Tanto che la stessa Efsa in seguito al suo studio non ha richiesto il bando dell’olio di palma perché è difficile che concentrazioni elevate e pericolose siano raggiunte con la normale alimentazione”.

Fino ad oggi Il Fatto Alimentare e i detrattori del palma hanno omesso di sottolineare non solo che il rischio di contaminanti dal procedimento, non dall’olio usato, ma anche che tutti gli oli vegetali trasformati ad alte temperature potenzialmente comportano questo rischio. Perché ometterlo per attaccare sempre e solo un ingrediente? Una coincidenza apparentemente strana?

E le evidenze non mancano. Di tutte le creme spalmabili esaminate dalla più importante associazione di consumatori tedesca (trovate il test QUI) l’unica senza alcun problema di contaminanti, irrancidimento e muffe è stata quella con la maggior presenza di olio di palma. Mentre è stata bocciata quella all’olio di semi di girasole. Altra verità scomoda che Il Fatto Alimentare ha ben pensato di  omettere in un recente articolo dedicato a questo studio.

La verità è che questi attacchi contro il palma sono strumentali. La  domanda che viene naturale allora è: ma chi stanno avvantaggiando?

Campagne Liberali è un'associazione di cittadini che difende la libertà di scelta e promuove il metodo scientifico.