Analisi del Voto: Quel che avevamo già detto

Come previsto, i numeri dettagliati delle elezioni chiuse alle 23 del 4 marzo, non si avranno prima dell’alba del 6 marzo. Non per colpa degli scrutatori lenti ma perché la nuova legge elettorale ha ingarbugliato la lettura dei voti. In ogni caso, i risultati sono talmente evidenti da consentire una constatazione. Il PD e Forza Italia, i due partiti che negli ultimi 24 anni hanno sempre governato (rispettivamente per 12 e 9 anni in modo diretto e gli altri 3 votando governi di noti tecnici) sono stati battuti nettamente rispetto al 2013 (il PD è intorno al 19% e FI è intorno al 14%, perdendo ambedue circa il 6,5% ), a parità di votanti.

Ne conseguono alcuni dati non aggirabili. Intanto crolla il sogno – a fondamento della legge – di un governo tra PD e FI. Poi sarà in pratica impossibile raggiungere una maggioranza escludendo il M5S che, crescendo di circa il 7%, ha superato il 32% (distaccando del 14% il secondo partito). Dunque occorrerà una convergenza di più aree ed è inevitabile guardare a cosa faranno i due vincitori del voto, lo stesso M5S e la Lega che, cannibalizzando il Popolo della Libertà, ha guadagnato 14 punti percentuali. Questi due gruppi potrebbero avere la maggioranza dei seggi (di sicuro con la sponda di LeU). Ed è pressoché certo che il PD, per restare nei giochi, dovrà prima porre fine alla Segreteria Renzi. Già è stata snobbata la bocciatura dei cittadini al referendum del 4 dicembre 2016, snobbarla di nuovo aggraverebbe lo strappo democratico.

Molti si stracciano le vesti perché il M5S sarebbe senza pregresse esperienze di governo e M5S e Lega sarebbero partiti antisistema. Ma non avere esperienza di governo non può essere preclusivo, altrimenti il cambiamento pieno con il voto non potrebbe mai verificarsi. Quanto all’essere antisistema, è un parolone pronunciato a spanne. Antisistema era il PCI del 1948 che sosteneva il governo delle masse invece di quello del Parlamento e la guida del partito invece della libertà del cittadino.

Oggi la massima stranezza dei M5S è rifarsi a un filosofo del ‘700 fautore dell’ugualitarismo di natura naufragato nell’esperienza storica e avanzare proposte scollegate dai meccanismi della vita reale. Mentre la Lega inclina all’ultra conservatorismo dedito alla grancassa e propenso all’isolazionismo. In realtà, si stracciano le vesti solo quelli che non vogliono cittadini decisi ad esercitare il proprio giudizio sovrano. E piangono che ieri abbiano punito gestori delle istituzioni dimostratisi incapaci di farle funzionare e di creare condizioni di vita accettabili, specie oggi che la globalizzazione ha reso rapidissimi i paragoni sui risultati.

Ora è bene concentrarsi sui problemi quotidiani e favorire i dibattiti non per fare salotto ma per risolvere quei problemi confrontando progetti alternativi e farli scegliere da chi vota. Per decidere, deve esserci una legge elettorale in mano ai cittadini e non ai padroni del vapore che la usano quale cortina di fumo a loro vantaggio. Se nella legislatura che si apre non sarà possibile una convergenza stabile su un progetto più ampio e definito, almeno si aiuti chi vorrà una nuova legge elettorale incentrata sul cittadino che consenta di tornare presto alle urne.

Raffaello Morelli

Raffaello Morelli, politico e autore liberale fin dall'epoca del PLI (e tutt'ora). E' stato dirigente nazionale di diverse associazioni liberali, ha svolto anche i ruoli di Consigliere Comunale a Livorno, Consigliere Regionale a Firenze e vice presidente della SACIS spa, redigendo migliaia di interventi e scritti politico culturali.

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