Come Riunire i Liberali

Nelle ultime settimane è giunta da più parti la sollecitazione a riunire i Liberali. Ci fa piacere, dato che da oltre un decennio insistiamo sul bisogno di una formazione liberale per risollevare l’Italia. Affinché questi incoraggiamenti non si confondano con la propaganda è indispensabile porre delle condizioni precise che qui si riassumono.

Nelle ultime settimane è giunta da più parti la sollecitazione a riunire i Liberali. Ci fa piacere, dato che da oltre un decennio insistiamo sul bisogno di una formazione liberale per risollevare l’Italia. Affinché questi incoraggiamenti non si confondano con la propaganda è indispensabile porre delle condizioni precise che qui si riassumono.

  • Per costruire un soggetto Liberale non è sufficiente definirsi liberali. Si deve agire da Liberali. Una lista davvero liberale può esistere solo attorno a un definito progetto per curare e rilanciare il Paese (pensando all’Europa). Questo è prima indispensabile per ottenere il voto alle elezioni e dopo per fornire ai rappresentanti eletti il metro per valutare le alleanze.
  • Si deve perciò cominciare con l’elaborazione dei contenuti del progetto, di cui il Paese ha disperato bisogno, e non dagli alleati, che vengono dopo, se occorre. Anche per i contenuti le parole al vento non servono. E, purtroppo, almeno fino a qui, abbiamo letto solo della necessità di ricette su Europa, innovazione, giustizia, fisco, senza un cenno a quali possono essere. Si dimenticano questioni oggi prioritarie per identificare i liberali: la sovranità del cittadino, il contrasto al populismo, e l’immigrazione che non può essere slegata dalle condizioni socio-economiche del territorio.
  • Non si fa una lista liberale dimenticando la riaffermazione della democrazia rappresentativa e perciò la critica decisa della nuova legge elettorale. Non per questo o quel meccanismo. Ma perché invece di accrescere rappresentanza e sovranità del cittadino diminuisce il suo ruolo. Se passa la nuova legge in cui sono previsti insieme collegio uninominale e liste concorrenti, allora i due rispettivi voti devono restare distinti. E nella parte del voto espresso su liste concorrenti, nessuna di queste può essere bloccata riguardo all’ ordine di elezione.

Il Liberalismo in quanto metodo operativo, e non ideologia, rappresenta un momento di rilievo nel confronto politico. È ineludibile per contribuire a fornire risposte – che concepisce sempre perfettibili – ai cambiamenti in corso, ai quali gli altri filoni di pensiero forniscono soluzioni concepite perfette e per esperienza destinate a fallire. In Italia c’è bisogno di chi si comporta da Liberale. E dunque di una lista che presenti ai cittadini ricette per affrontare il quotidiano e le carenze istituzionali. E insista per affidare ai cittadini, e non a cerchie ristrette di potere, il decidere i cambiamenti opportuni.

Di Pietro Paganini e Raffaello Morelli

Da La Stampa

Pietro Paganini

Liberale classico e montessoriano. Professore Aggiunto in Business Administration presso la John Cabot University di Roma. Fondatore e Curiosity Officer di Competere – Policies for Sustainable Development – una piattaforma di professionisti che produce analisi e ricerche per innovare i processi produttivi. Fondatore e Segretario Generale dell’Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati. Editorialista per La Stampa, ha pubblicato per diverse testate nazionali ed internazionali tra cui il WSJ, il Corriere della Sera e il Sole 24 Ore.

One thought on “Come Riunire i Liberali

  1. Ruggero Berti

    Buongiorno prof Paganini,
    le scrivo dall’account personale. Sono economista bocconiano proveniente dalle associazioni d’impresa, pubblicista e coordinatore dello sviluppo di un piccolo cluster tecnologico lombardo.

    Apprezzo la sua impostazione nella lettura dei fatti e nelle proposte di cambiamento.
    La seguo quando la invitano a commentare le prime pagine dei giornali su Rai News 24. In particolare il 10 luglio sera, sottolinealava ancora quanto il problema dei problemi soprattutto in Italia sia la burocrazia. Le chiederei se potesse indicarmi qualche link recente di sue proposte per combattere e arginare un tarlo che non solo divora l’economia, ma a mio avviso anche il coinvolgimento civile, la dedizione e la passione per la cosa pubblica. Dovremmo probabilmente riconsiderare come quest’ultima possa e debba rinascere ad opera anche del terzo settore, dopo aver rifondato del tutto e definito il perimetro di una pubblica amministrazione da salvaguardare al massimo sotto i profili della responsabilità, competenza e trasparenza. Il nuovo corso tecnologico più che mai oggi viene in soccorso, ma non basta se non è sostenuto da una solida impostazione di base e operativa.

    Auspicava di nuovo anche la necessità e l’urgenza che i cittadini di cultura liberale si adoperassero alla costituzione di una nuova formazione politica data l’insussistenza delle attuali opposizioni.
    A mio avviso, avvitate come sono su se stesse e sui personalismi portati all’eccesso, non hanno mai voluto riconoscere il primo requisito fondante del rinnovamento della dialettica politica: una vera selezione dei propri candidati.

    Sarebbe per me un piacere poterla conoscere, magari in occasione di una sua uscita pubblica a Milano dove abito.

    Con i più cordiali saluti,
    Ruggero Berti

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