I gemelli imbonitori

La campagna elettorale dei due gemelli del Nazareno ha una novità apparente che in sostanza è una conferma. Il gemello concepito prima, Berlusconi, ripetuto che il centrodestra vincerà da solo (nonostante i tanti voti mancanti nei sondaggi), con noncuranza aggiunge che qualora non vincesse non ci sarebbero larghe intese ma il ritorno alle urne. 24 ore e il gemello più giovane, Renzi, si allinea col dire che il PD vincerà da solo (nonostante i tantissimi voti mancanti nei sondaggi, al PD più che al centrosinistra) e che qualora non vincesse non ci sarebbero larghe intese ma il ritorno alle urne. Il ritornello è questo da giorni.

Pare cambiare tutto ma non cambia nulla. La verità traspare poiché i due gemelli omettono prima ogni riferimento al Presidente Mattarella (titolare del dopo elezioni per Costituzione) e poi omettono ogni cenno al fatto che il 4 marzo lo stallo dipenderà dalla legge elettorale asfissiante per il cittadino e che quindi è indispensabile cambiarla, per tornare alle urne. Le due omissioni congiunte provano che i gemelli hanno imboccato la nuova linea al fine di non mutare impostazione nella sostanza. La sostanza – madre dell’attuale legge elettorale – è che desiderano un nuovo governo tra PD e Forza Italia (l’edizione aggiornata del Nazareno). E siccome è alta la probabilità che, contrariamente alle attese di quando fecero la legge, il 4 marzo sera non ci sarà una maggioranza di seggi PD Forza Italia, i gemelli scelgono l’immediato ritorno alle urne per preservare nella legge elettorale ciò che a loro preme: il mantenimento del ¾ dei collegi fatto da plurinominali con liste rigide (in più i candidati agli uninominali scelti dal capo) che garantisce il pieno controllo degli eletti all’oligarca e al padrone. Simili arabeschi tattici, seppur conditi da promesse fantasmagoriche, hanno però scarsa attrattiva presso l’opinione pubblica. Da anni stesse ricette, stessi cuochi e risultati pessimi.

Dalle elezioni 2001 ad oggi, Forza Italia e centrodestra hanno governato la metà del tempo. Evidente l’enorme divario tra le promesse elettorali e gli atti concreti della loro ampia maggioranza. Basti pensare alle dimissioni di Berlusconi senza sfiducia in Parlamento. Per cui credibilità zero quali costruttori. Per di più Forza Italia e Lega continuano a contrapporsi su punti programmatici chiave, mostrando gravi difficoltà nelle scelte di governo. La Lega ha pure tentato di mascherarsi dando candidature traballanti a tre ex parlamentari d’epoca che si dicono liberali ma che non lo sono, se stanno nelle liste della Lega. Nel complesso, il centrodestra fa promesse e manca di progetto credibile.

Quanto al PD e satelliti, ripetono l’assunto che i loro governi (sette anni dal 2006, di cui cinque ininterrotti dal ‘13) hanno salvato l’Italia ed ora le cose vanno bene. Peccato che, a parte il palpabile disagio sociale, la flebile ripresa (1,5% nel ‘17) resti il fanalino di coda nella crescita, sia nell’Eurozona (2,3%) che nell’Ue (2,5%) salvo l’Inghilterra della Brexit. Tanto che ogni settimana la UE richiama l’Italia alla urgente necessità di ridurre l’enorme debito accumulato e di realizzare le riforme. Eppure Padoan parla come se da quattro anni non avesse guidato il Ministero dell’Economia e non avesse fatto crescere il debito. In più, insieme al collega Calenda, fa pasticci quotidiani. Il fondo americano Global Infrastructure Partners, per acquistare il 100% della società ferroviaria Italo-NTV, ha offerto 1.980 miliardi di euro oltre l’accollo dei debiti per 470 miliardi (più della valutazione commissionata dalla stessa Italo-Ntv). Mercoledì 7 febbraio, i due ministri hanno invitato gli azionisti a non accettare tale offerta ed a preferire la quotazione in Borsa del 40%. Iniziativa incredibile trattandosi di impresa privata, tra l’altro unica concorrente del Gruppo Ferrovie dello Stato (senza toccare infrastrutture strategiche dato che Italo è solo una società di trasporto). Quindi è evidente che, per contrastare il disturbo dell’offerta americana – nel frattempo accettata da Italo-Ntv unanime rinunciando alla quotazione in Borsa – i due Ministri pensavano di agevolare in altro modo i proprietari di Italo ed ostacolare l’utilizzo della logica di concorrenza, magnificato nei discorsi.

Sono dappertutto le storture che minano la credibilità dei gemelli. Versante Renzi. Sui migranti il Viminale nega l’invasione. Ma l’annosa accoglienza affaristica è stata arginata da poco dal nuovo Ministro Minniti (per questo inviso ai colleghi) e prima dai Comuni che per il 60% non hanno strutture di accoglienza e praticano il rifiuto. Di quelli che accolgono, solo i 2/3 raggiungono la quota 2,5 immigrati per mille abitanti fissata dal Governo. L’altro gemello scopre ora la bomba sociale migranti e Salvini fa regredire il confronto separatista stato religioni ipotizzando che il Corano è incompatibile con la Costituzione. Altra questione. Invece dell’innovare, si enfatizza come toccasana economico la lotta all’evasione. E si trascura che, a parte la quota fisiologica presente ovunque in ogni epoca, nel caso italiano non si possono dimenticare né le aliquote fiscali troppo alte e su troppi cespiti che incentivano la convenienza ad evadere, né il nesso purtroppo esistente tra aumento delle entrate e destinazione a spese di consenso elettorale.

Per tutti questi motivi, la credibilità dei gemelli latita e il dibattito elettorale da imbonitori non affronta i temi reali. Una manna per il nuovo populismo, non appesantito dall’aver governato. C’è chi per esorcizzarlo proclama che la politica deve rendere l’Italia affidabile e credibile. Obiettivo giusto, ma come arrivarci spetta ai cittadini, non ai soloni del conformismo. Perciò siamo realisti e ora spingiamo il dibattito a tirar fuori le convergenze che dopo il 4 marzo rendano possibile un cambio della legge elettorale per consentire il ritorno alle urne imperniato sui cittadini.

Raffaello Morelli

Raffaello Morelli, politico e autore liberale fin dall'epoca del PLI (e tutt'ora). E' stato dirigente nazionale di diverse associazioni liberali, ha svolto anche i ruoli di Consigliere Comunale a Livorno, Consigliere Regionale a Firenze e vice presidente della SACIS spa, redigendo migliaia di interventi e scritti politico culturali.

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