
La vita è semplice o è complicata? Un interrogativo cruciale, di fronte al dilagante ideologismo buonista che attira proseliti drogandoli con la risposta “semplice” e sfornando ricette semplici da seguire di continuo e in ogni settore (perfino nel calcio, con Allegri della Juve che teorizza il calcio semplice polemizzando con l’allenatore dell’Ajax Ten Hag che lo teorizza complicato). I liberali non teorizzano, bensì constatano che la vita umana è complicata (anche molto). E che quindi è complicato decidere nel tempo le regole e le iniziative per convivere al meglio.
Questa constatazione liberale è respinta da molti, che si illudono di piegare la realtà secondo convenienza. Una riprova attuale. Alla vigilia delle elezioni europee, in Italia il dibattito si incentra ossessivamente sulle vicende di potere domestico, trascurando il tema correzioni per mettere in grado l’UE di riprendere il cammino originario bloccatosi nel ‘92 a Maastricht. E per di più ritmando un ritornello assurdo. La democrazia liberale è minacciata dai sovranisti e dai populisti che hanno la maggioranza in Parlamento e non nel Paese.
Fischiettare queste note è semplice ma irrealistico come tutti i semplicismi. Innanzitutto, anche se la minaccia fosse vera, bisogna chiedersi il perché vi si è arrivati. Facendolo si scopre che i cittadini hanno rifiutato il modo di governare di chi curava prima la gestione disinteressandosi dei singoli. Ed un simile rifiuto realizza l’esigenza liberale di fondarsi, sempre e comunque, sul voto dei cittadini. Dunque, la vera minaccia alla democrazia liberale consiste nella pretesa di rappresentare i cittadini senza averne il voto. Dire che una maggioranza in Parlamento non esprime la volontà del paese è possibile solo in due casi: o far contare il sondaggio più del voto nell’urna oppure far prevalere la democrazia diretta su quella rappresentativa. Concezioni da cui il liberale è lontano.
Il clamore delle opposizioni sarà sterile finché criticano ciò che fa il governo giallo verde, quando va bene per il contrasto con le loro idee, quando va male per la presunzione di illegalità e immoralità. Nel primo caso perché le loro idee restano quelle già battute, vedi l’accoglienza indiscriminata dei migranti e i privilegi consociativi ai corpi intermedi. Nel secondo caso perché la presunzione di reati, spesso precedente la loro definizione, attribuisce alla magistratura inquirente un potere che in democrazia non può avere un ordine non eletto, surrogare i cittadini nelle scelte politiche.
Simili comportamenti agevolano i sovranisti e populisti presso i cittadini. Agevolano i sovranisti perché ne mostrano la maggior attenzione agli interessi del paese in confronto alle oligarchie e al consenso amicale. Agevolano i populisti perché, in tema di soluzioni semplici a problemi complessi, ne fanno risaltare l’intenzione di rifuggire la restaurazione del passato.
Consapevoli della convivenza complicata, i liberali ricordano la saggezza popolare del detto “col tempo e con la paglia maturano le nespole”. Per sottolineare che nella convivenza il ruolo della paglia lo svolgono i progetti politici per accrescere il peso del confronto continuo tra i cittadini individui parametrato sui risultati. Se i progetti mancano, le nespole non maturano e allora sì che la democrazia è in pericolo.