Chi di spada ferisce di Grana…

Perché le imprese e le associazioni degli agricoltori fanno la voce grossa solo quando si attaccano i prodotti ricchi di grassi saturi italiani? Per tutti gli altri vanno bene le calunnie anti-scientifiche. Questo giochetto però rischia però di ritorcersi loro contro.

Che sia vera o no, la notizia che si vogliano punire i grassi saturi e quindi anche il Parmigiano Reggiano ci conferma l’ipocrisia tutta italiana, a cominciare da un certo mondo industriale e da alcune associazioni che dovrebbero difendere gli interessi degli agricoltori. Basta un commento – un po’ demagogico – dell’ANSA per scatenare il putiferio. Ecco i nostri eroi subito schierati per l’eccellenza italiana ricca di saturi: dai formaggi ai salumi.

Eppure gli stessi si sono scagliati contro qualsiasi grasso saturo purché non italiano di origine, come l’olio di palma. Contro il grano canadese perché “contaminato” dal glifosato – ben sotto i limiti di legge a dire la verità. Contro il riso asiatico, non si sa per quale ragione, per puro spirito protezionista.

Noi siamo per la libera scelta. Rifiutiamo qualsiasi pericoloso tentativo di governi o di qualsiasi agenzia internazionale di imporre diete e criteri alimentari. Siamo preoccupati di questa tendenza che umilia la nostra natura di individui. Governi e agenzie si ergono a tutori della nostra alimentazione persino in situazioni che non hanno alcuna implicazione sui costi e sulla gestione della spesa sanitaria.

I bambini non sono obesi perché mangiano prodotti alimentari zuccherati o con grassi saturi. Semplicemente mangiano troppo rispetto al poco movimento che fanno. Perché non vietargli l’uso dei dispositivi elettronici davanti ai quali si incantano per ore, allora? Se i governi, la UE, l’ONU o l’OMS hanno così a cuore l’interesse dei cittadini che sono stati chiamati a rappresentare è forse meglio che investano in informazione ed educazione – su basi scientifiche.

Noi difenderemo il Grana e il Parmigiano, così come ci piace mangiare pasta con grano canadese, riso asiatico, e un sacco di biscotti pieni di olio di palma. Ci spiace che molti imprenditori accecati dal marketing tradiscano i principi del mercatocon cui hanno ottenuto successo personale e professionale – per inseguire le mode del momento, o addirittura per sfruttarle a loro vantaggio, ma svantaggio dei consumatori e dell’ambiente.

E’ il caso di Barilla che nel suo rapporto sostenibilità ci segnala – scienza alla mano – che l’olio di palma è l’ingrediente più sostenibile, ma poi gli preferisce l’olio di girasole sempre di origine straniera, spiegandoci che l’olio asiatico è dannoso per l’ambiente. Alla fine ci obbliga a mangiare prodotti qualitativamente inferiori rispetto alle formulazioni passate.

Già, lo Stato e l’ONU vogliono imporci le formulazioni ambientali e il gusto. Le imprese gli vanno dietro, invece di difendere la loro qualità, e il nostro diritto di mangiare cose buone.

Ma attenti, chi di spada ferisce…di spada perisce…

Campagne Liberali è un'associazione di cittadini che difende la libertà di scelta e promuove il metodo scientifico.

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