La Commissione Bilancio della Camera ha approvato l’emendamento Boccadutri, che sospende dal 2018 il conio delle monete da 1 e 2 centesimi. Di Raffaello Morelli.
La Commissione Bilancio della Camera ha approvato l’emendamento Boccadutri, che sospende dal 2018 il conio delle monete da 1 e 2 centesimi, lasciandone impregiudicata la circolazione legale. Il risparmiato va ad ammortizzare i titoli di Stato.
L’on. Boccadutri ci ha fatto alcuni tweet chiamando in causa la moda diffusa in altri paesi. A parte che, salvo la Finlandia, le cose non stanno così, seguire le mode non è mai una linea da statisti. Stando ai fatti, continuiamo a fare le critiche seguenti:
Risparmio ipotetico. E’ ipocrita collegare il previsto risparmio intorno ai 25 milioni con l’ammortamento del debito pubblico (2.260 miliardi), cioè appena l’ 1,1 su centomila, visto oltretutto che si è introdotto l’onere di un’apposita attività di controllo sui prezzi che prima non esisteva.
Controllo dei prezzi. E’ un’anticamera dirigista prevedere per i pagamenti in contanti un arrotondamento per legge, che per di più sarà di sicuro inefficace in quanto la norma ha una formula teorica molto facilmente aggirabile.
Inflazione. E’ una spinta ad un effettivo aumento dei prezzi in tutta la circolazione, non solo quella in contanti, dato che il clima diffuso abituerà ai prezzi tutti cresciuti al gradino superiore.
Antieurismo. L’emendamento è un artificio dissimulato per mettere in forse l’esistenza stessa della moneta unitaria del sistema, il che favorisce pure la crescita dei prezzi
Sovranità. E’ molto singolare che l’on. Boccadutri da una parte sospende il conio per far risparmiare lo Stato e dall’altra non ha votato una imposizione sui giganti del web perché non esistono accordi internazionali; ma siamo in Italia e lo Stato non doveva incassare di più?
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