L’accisa improvvisa nuoce gravemente al fisco 

La discrezionalità con cui Roma va a caccia di entrate porta cattivi consigli. L’ultimo aumento delle tasse sul tabacco è stato un autogol. Soffrono le imprese del settore che si trovano a operare in un mercato instabile e poco concorrenziale, e i consumatori che trovano prezzi diversi ogni volta. L’articolo di Pietro Paganini su Tempi.

Ci sono tre parole che non possono essere pronunciate nel dibattito pubblico e politico: tabacco, sigarette, fumo. L’atteggiamento ipocrita dei media, della politica e della burocrazia, ci ha imposto di escluderle da qualsiasi conversazione. Eppure l’industria del tabacco porta allo Stato italiano più di 10 miliardi di euro ogni anno (10,3 nel 2014 e addirittura 10,9 nel 2012). Seppure in calo, i fumatori sono 11,7 milioni (Doxa 2017). Gli impiegati complessivi nella filiera del tabacco coinvolgono oltre 190 mila persone: di queste, il 25 per cento fa riferimento alle prime fasi della produzione (tabacchicoltura, prima trasformazione e manifattura), mentre il restante 75 per cento è impiegato nella fase di distribuzione e commercializzazione (XVI Rapporto Nomisma 2012).

Di industria del tabacco faremmo quindi bene a discutere in modo trasparente per garantire scelte condivise e coerenti, e in modo costruttivo per assicurare maggiore competitività al mercato (più stabilità e meno frammentazione), più scelta per i consumatori, e maggiori entrate per lo Stato. Si dovrebbe così favorire anche la riduzione del numero dei fumatori e la migrazione di questi verso i così detti prodotti innovativi. Sarebbe un circolo virtuoso che contribuirebbe a promuovere il diritto di scelta e quindi la libertà di ricreazione dei consumatori, a ridurre il numero dei malati da fumo e le spese sanitarie, e a garantire allo Stato introiti fiscali sostanziosi.

 

L’articolo completo su Tempi.

Pietro Paganini

Liberale classico e montessoriano. Professore Aggiunto in Business Administration presso la John Cabot University di Roma. Fondatore e Curiosity Officer di Competere – Policies for Sustainable Development – una piattaforma di professionisti che produce analisi e ricerche per innovare i processi produttivi. Fondatore e Segretario Generale dell’Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati. Editorialista per La Stampa, ha pubblicato per diverse testate nazionali ed internazionali tra cui il WSJ, il Corriere della Sera e il Sole 24 Ore.

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