Coldiretti: basta protezionismo e disinformazione

Coldiretti è una delle lobby più potenti in Italia e usa spesso argomenti demagogici e fuorvianti per i consumatori, come nel caso del burro e dell’olio di palma. Non è stata da meno nel caso della “guerra del grano” che coinvolge, ovviamente, anche la politica nazionale.

Coldiretti Puglia ieri ha organizzato un presidio al porto di Bari contro l’arrivo di una nave canadese carica di grano duro. Le motivazioni addotte dai manifestanti sono che le aziende italiane trasformatrici e produttrici di pasta “affamano i coltivatori italiani di grano” e “favoriscono il grano straniero”. In mezzo al dibattito che ne è seguito sui media anche l’On. Colomba Mongiello, appartenente al Partito Democratico come il Ministro Martina, ha fornito la sua opinione che guarda caso coincide con quella di Coldiretti (come per l’olio di palma).

Per entrare nel merito delle politiche protezionistiche della lobby degli agricoltori, che predica sempre la grandezza del Made in Italy nel mondo, utilizzeremo il paradosso che essa stessa propone: Coldiretti sostiene fortemente le esportazioni italiane verso l’estero (perché convengono ai suoi associati), ma se l’Italia importa alcuni prodotti, a volte migliori di quelli italiani, se la prende a morte e strepita gridando al complotto delle multinazionali e delle aziende Italiane contro i loro fornitori compatrioti.

Nel demonizzare le importazioni di grano però, l’associazione degli agricoltori dimentica di sottolineare come in un’economia di mercato domanda e offerta regolano i prezzi e le quantità. Secondo questo principio a cui sottostanno tutti i settori competitivi, tra cui quello delle materie prime, il deficit strutturale di grano in Italia è di 2 milioni di tonnellate. In poche parole, al fine di soddisfare il fabbisogno di grano duro trasformato per realizzare tutti i prodotti che consumiamo ogni giorno per 365 giorni l’anno, l’Italia non produce sufficiente materia prima e quindi deve importarla. Da anni infatti importiamo da Francia, Germania, Ucraina e Canada il 30-40% del fabbisogno mancante.

Non solo. Secondo l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e Emilia Romagna che ha analizzato il grano duro importato dall’estero, come riporta Il Fatto Alimentare, non vi è presenza di micotossine come invece alcune associazioni tipo GranoSalus millantano. Dunque nessun rischio. Inoltre, diverse aziende e operatori nel settore del grano hanno riconosciuto l’ottima qualità del grano Canadese.

Perché questa lobby del grano allora protesta? Perché vuole evitare di confrontarsi con il mercato. E lo fa penalizzando il consumatore che, se fosse per i coltivatori diretti, non avrebbe libertà di scegliere i prodotti che preferisce, con il rapporto qualità/prezzo che preferisce, con la materia prima che preferisce!

Noi siamo favorevoli alla trasparenza, ma siamo totalmente contrari alla disinformazione e alla distorsione dei fatti che spesso fanno le corporazioni come Coldiretti a danno dei cittadini italiani. Soprattutto siamo contrari al protezionismo più becero quando danneggia i diritti individuali e protegge alcune categorie per sfavorirne altre. Se Coldiretti pensa che i consumatori siano figli di un Dio minore si sbaglia. Impari a giocare secondo le regole di mercato e accetti il giudizio degli utenti una volta per tutte!

Campagne Liberali è un'associazione di cittadini che difende la libertà di scelta e promuove il metodo scientifico.

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