
Una proposta di legge in Senato mira ad abolire la libertà di scelta tra la mensa scolastica e la “schiscetta”. L’ennesimo, dispotico esercizio di paternalismo statale.
C’è un ddl in discussione al Senato che vuole togliere la libertà ai cittadini di scegliere o meno un servizio ed eventualmente di risparmiare un po’ di soldi (che dal 2007 in poi, male non fa). Nel testo, la cui relatrice è la senatrice del Pd Angelica Saggese, viene introdotta l’obbligatorietà per gli scolari che frequentano il tempo pieno di usufruire del servizio mensa, ovviamente a pagamento.
Questa previsione, al vaglio della commissione Agricoltura del Senato, non tiene peraltro conto che il tribunale di Torino nel 2016 aveva dato ragione a 58 famiglie che reclamavano la possibilità per i propri figli di portarsi da mangiare a scuola da casa, senza dover per forza consumare il pasto preparato dal servizio mensa. Un giudice era stato chiamato a rimediare all’operato del legislatore, intervenendo a tutela delle libertà individuali e garantendo il pieno compimento della libera scelta.
Su questo atteggiamento statalista e dispotico esiste una letteratura folta sia in filosofia sia in economia. Con il termine paternalismo infatti si usa indicare una forma di giustificazione addotta da chi detiene il potere per perpetrare le proprie finalità di tutela e guida verso soggetti considerati deboli, vulnerabili e dalla razionalità limitata.
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