World Food Day 2017: Tutti i Numeri dello Spreco Alimentare

 

Circa un terzo della produzione mondiale di cibo destinata al consumo umano si perde o si spreca lungo la filiera alimentare, 1,6 miliardi di tonnellate di alimenti. Riducendo gli sprechi, la disponibilità complessiva di cibo sano da destinare al consumo verrebbe incrementata.

Ogni anno circa un terzo della produzione mondiale di cibo destinata al consumo umano si perde o si spreca lungo la filiera alimentare. È un quantitativo immenso che corrisponde a circa 1,6 miliardi di tonnellate di alimenti.

Numeri alla mano, la filiera è un colabrodo. Le perdite di cibo e gli sprechi alimentari si verificano a partire dalla fattoria fino alla tavola e in tutti i comparti c’è una differenza significativa tra il totale di cibo prodotto e quello consumato. Riducendo gli sprechi, la disponibilità complessiva di cibo sano da destinare al consumo verrebbe incrementata. Per non parlare di come le perdite di cibo nei paesi sviluppati e nelle economie emergenti impattino tragicamente sulla fame nel mondo.

Inoltre l’impatto delle perdite di cibo e degli sprechi, da un punto di vista ambientale, è enorme. Consideriamo solo tre aspetti: acqua, suolo e cambiamenti climatici.

Il quantitativo d’acqua richiesto per produrre il cibo sprecato ogni anno nel mondo è pari a circa 250.000 miliardi di litri. Un quantitativo sufficiente per soddisfare i consumi domestici di acqua in una città come New York per i prossimi 120 anni.

Invece, l’estensione di suolo agricolo necessario per produrre il cibo sprecato ogni anno nel mondo è pari a circa 1,4 miliardi di ettari: il 30% della superficie agricola disponibile a livello globale.

Per chiudere in bellezza, il cibo sprecato ogni anno nel mondo è responsabile dell’immissione in atmosfera di circa 3,3 miliardi di tonnellate di CO2. Se lo spreco alimentare fosse un Paese, sarebbe il terzo emettitore mondiale dopo Stati Uniti e Cina.

Non ci sfuggono certo le valutazioni economiche del fenomeno, dal momento che il valore del cibo sprecato a livello globale si aggira attorno ai 1000 miliardi di dollari, ammontare che tiene conto non solo dei costi “vivi” ma anche di quelli “inediti”, come i costi imputabili ai conflitti legati al controllo delle risorse naturali, al trattamento di patologie legate all’impiego di pesticidi in agricoltura, alla depurazione delle acque, e così via.

Ma qualcosa si muove. Come sottolineato dal report di Barilla “Lo spreco alimentare: cause, impatti e proposte” (2012) le iniziative di intervento per ridurre e recuperare i prodotti alimentari non più vendibili, in Europa si stanno moltiplicando, ottenendo notevoli successi sia in termini concreti che di sensibilizzazione.

Il World Food Day non può ridursi ad una semplice gara di numeri, buoni solo ad essere dimenticati a partire da domani. Bensì deve rappresentare un inizio, una presa di coscienza, grazie anche a quei numeri, su cui plasmare la consapevolezza e la collaborazione, per sviluppare politiche, strategie e programmi sostenibili realizzabili a livello globale.

Campagne Liberali è un'associazione di cittadini che difende la libertà di scelta e promuove il metodo scientifico.

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