Altroconsumo cambia posizione sull’olio di palma

Anche Altroconsumo ha cambiato la propria posizione contro l’olio di palma, ammettendo che è stato sostituito con ingredienti che non sono migliori. 

Il tempo è sempre galantuomo. Anche i più accaniti detrattori dell’olio di palma stanno riconoscendo che la crociata portata avanti negli ultimi anni contro questo ingrediente non ha portato ad alcun risultato e, soprattutto, è stata viziata dall’ideologia e dal sentimento anti-scientifico. Qualche mese fa, Great Italian Food Trade, una delle due associazioni che hanno lanciato la petizione contro il palma fino in Parlamento, ha improvvisamente cambiato posizione sull’olio di palma. Ha ceduto davanti alla forza dei fatti prodotti dalla scienza. Questa piroetta dimostra tutta l’incoerenza di una campagna promossa dall’ignoranza o dalla cattiva fede. I fatti sono lì, se non si vedono sia in cattiva fede o si è ignoranti. Oggi è il turno di Altroconsumo che dalle colonne della propria rivista si domanda: “La campagna ‘stop all’olio di palma’ è davvero servita a riformulare i prodotti in un’ottica più salutare?”.

La risposta la conoscevano benissimo anche prima: NO. Tocca a noi del ForFreeChoice Institute dire questa volta “ve l’avevamo detto”. I dati riportati da Altroconsumo danno pienamente ragione a quanto abbiamo sostenuto per anni. Nonostante l’olio di palma sia stato eliminato da diversi prodotti alimentari, con roboanti messaggi ed etichette, i contaminanti sono presenti lo stesso. E, addirittura, laddove l’olio tropicale è stato sostituito con olio di girasole e altri grassi vegetali è aumentato il numero di questi contaminanti da processo. Persino dove è stato inserito l’olio di oliva. Per fortuna quasi nessun prodotto supera i limiti raccomandati dall’EFSA, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare.

A che cosa è servito allora gettare il “mostro” in pasto ai media? A cosa è servito accanirsi contro l’olio straniero per esaltare i tanto pregiati oli nazionali? Forse ad arricchire alcune lobby e penalizzarne altre. Forse a manipolare il gusto e le scelte del consumatore, ingannandolo continuamente. Forse a mettere paura alle aziende costringendole a compiere deplorevoli passi indietro. Probabilmente a tutto questo e molto di più dal momento che la questione è diventata sempre più politica e sempre meno scientifica.

Una cosa è certa: non è servito a difendere il consumatore né a migliorarne le abitudini alimentari. È l’ennesima prova che vietando, demonizzando, discriminando e utilizzando un linguaggio buonista-salutista estremizzato non si ottiene alcun risultato positivo. Vengono danneggiati il mercato, la libera scelta dei cittadini, la Scienza e la razionalità. Nemmeno il made in Italy ricava dei benefici da tutto ciò. Chiediamo, allora, ad Altroconsumo: perché avete contribuito ad alimentare la campagna contro l’olio di palma se poi ve ne siete pentiti e i vostri stessi dati vi danno torto su tutta la linea? Quanta credibilità pensate che vi rimanga dopo queste sviste clamorose?

 

Campagne Liberali è un'associazione di cittadini che difende la libertà di scelta e promuove il metodo scientifico.

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