Deforestazione: gli attivisti guardino prima a casa loro

Oggi non vediamo nessun ambientalista protestare. Tutte le associazioni ambientaliste, le ONG, gli attivisti e i giornalisti della domenica hanno parlato almeno una volta del fatto che nei Paesi tropicali si deforesta per coltivare, si incendiano i boschi, si sfruttano le terre etc. Parlano tanto di deforestazione e di incendi nei Paesi tropicali, manifestando davanti ai supermercati oppure aggredendo persone a caso. Nessuna parola, nessuna manifestazione però per il fuoco che negli ultimi anni si sta prendendo le foreste italiane né per l’incuria delle nostre zone forestali.

Solo nelle ultime settimane sono andati in fumo migliaia di ettari boscati con ingenti danni anche alle aziende agricole e agli animali in esse contenuti. Perché allora demonizzare e fare i moralisti per ciò che accade negli altri Paesi quando noi siamo i primi a non curarci dei nostri beni collettivi?

Qualche cifra sugli incendi può essere utile a capire la portata del “fenomeno” e le sue conseguenze in Italia. Gli ultimi dati Istat completi risalgono al 2015, anno in cui si sono verificati 5.442 incendi, sviluppati su una superficie pari a 41.511 ettari, di cui 25.867 boscati e 15.644 non boscati. L’aumento, rispetto al piovoso 2014, è pari al 67,1% con una superficie forestale media percorsa dal fuoco di 7,6 ettari, mentre l’incidenza della superficie boscata sulla totalità della superficie percorsa dal fuoco è del 62,3 per cento, in aumento rispetto agli anni precedenti.

Come questi giorni stanno confermando, il Sud presenta un numero maggiore di incendi (2.578: il 47,4 per cento sul totale) e anche il 45,9 per cento della superficie totale percorsa dal fuoco. A livello regionale le regioni più colpite sono la Campania, la Calabria e la Sicilia. In Calabria nel 2015 sono state colpite dagli eventi incendiari le maggiori superfici, boscata e totale, percorse dal fuoco, rispettivamente 4.901 e 6.581 ettari, pari al 15,9 per cento del totale della superficie interessata dagli incendi a livello nazionale.

Di fronte a questa grave situazione che il caldo dei primi giorni estivi sta amplificando, forse è il caso di riconsiderare le nostre posizioni contro i cattivoni asiatici o i crudeli africani che, di fatto, stanno cercando di creare sviluppo umano e combattere la miseria. Proprio Noi parliamo, dopo aver devastato il nostro territorio per secoli allo scopo di raggiungere uno stato di benessere cui non vogliamo né possiamo rinunciare.

L’Italia guardi prima in casa propria. La situazione incendi è sicuramente preoccupante, ma la situazione forestale italiana nel suo complesso ha un problema ormai radicato che contribuisce anche alla diffusione degli incendi: l’incontrollato dell’aumento delle superfici boschive.

Come sottolineato da L’Astrolabio, la rivista dell’associazione Amici della Terra, sui dati forniti dal CREA (ente che vigila anche sull’utilizzo dei terreni e delle suolo) solo 1.700 ettari l’anno su 28.000 sono dovuti a rimboschimento ad opera dell’uomo. Vi è una carenza di strategie per la pianificazione e la gestione del patrimonio forestale che sta provocando diversi danni fra cui l’aumento di incendi e il dissesto idrogeologico.

Prima, dunque, di moralizzare il mondo secondo i nostri canoni da Occidentali borghesi e benestanti, dovremmo fare attenzione a ciò che accade dentro i nostri confini. Siamo tutti bravi a gridare allo scandalo e al complotto delle multinazionali contro l’ambiente e la biodiversità. Un po’ meno a gestire le nostre foreste e il nostro territorio. Qualcuno ci faccia rinsavire da questi concetti radical-chic per cui dobbiamo insegnare agli altri cosa fare e come farlo, prima di trovarci noi sul banco degli imputati.

Campagne Liberali è un'associazione di cittadini che difende la libertà di scelta e promuove il metodo scientifico.

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