La scuola autoritaria, anche sul cibo

A Cuneo si preferisce vietare invece che educare alla scelta

L’Istituto Tecnico Commerciale “Bonelli” di Cuneo ha bandito in modo autoritario alcune tipologie di cibo dai distributori automatici, rendendo felici i fanatici dell’allarmismo, del finto salutismo e del “principio di precauzione” interpretato come divieto imperativo. Al contrario dovrebbe sorprendere e impressionare l’ennesima intrusione nella libera scelta dei cittadini, calata dall’alto da pochi verso molti e fatta passare come la normalità.

Nell’iniziativa di questa scuola piemontese è sicuramente apprezzabile la presenza di alcuni punti di distribuzione gratuita dell’acqua, ma sinceramente non si capisce la discriminazione verso alcuni prodotti a scapito di altri. Nella dettagliata tabella che viene allegata al bando di assegnazione per i distributori si chiede esplicitamente di evitare olio di palma, di cocco e di colza.

Se, da un lato, è comprensibile il desiderio di promuovere ed educare ad una corretta alimentazione dei minorenni che frequentano l’istituto, dall’altro è difficile comprendere perché una scelta così mirata nonostante la scienza e la medicina non abbiano affatto invocato allarmi o indicazioni radicali contro determinati prodotti. Sull’olio di palma, di cui ci siamo occupati in particolare, esistono ricerche e studi che indicano come l’apporto di grassi saturi proveniente dal suo consumo nella dieta italiana sia molto basso rispetto ad altri prodotti come carni e formaggi. Questi ultimi guarda caso si trovano nei panini messi a disposizione dalla scuola e dalle macchinette di distribuzione, ma nessuno si è permesso di obiettare. Forse perché fanno meno notizia rispetto al tanto discusso olio di palma?

Non solo, la scuola dichiara di aver portato avanti per anni dei progetti di educazione alimentare con genitori e alunni e che questi hanno contribuito a stendere il bando di gara. Ma con quali informazioni? Se le informazioni sono quelle che si trovano online su blog, nutrizionisti improvvisati, teorici del complotto, fantomatici ricercatori senza pubblicazioni all’attivo, allora non si tratta di imparzialità. Al contrario, se le informazioni provengono da medici qualificati, siamo sicuri che non è stato sparso alcun allarmismo immotivato, tantomeno sono state imposte eliminazioni e diktat contro quello o quell’altro ingrediente.

Ovviamente non sapremo mai come stanno veramente le cose. Quale voce è la più ascoltata da docenti, educatori e genitori. Tuttavia ci sembra che, per l’ennesima volta, sia stata negata la libera scelta al consumatore e ai ragazzini, invece di far capire le cose, siano state imposte in modo autoritario. Peccato che a subirne le conseguenze siano proprio questi studenti e la loro capacità di analizzare da soli le informazioni e prendere iniziative individualmente. Così nell’alimentazione come negli altri ambiti della loro vita.

PS. Non a caso la scelta dell’istituto non è stata molto gradita dai ragazzi a quanto si apprende, ma questa è un’altra storia.

Campagne Liberali è un'associazione di cittadini che difende la libertà di scelta e promuove il metodo scientifico.