La (post)verità che non c’è mai stata

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La parola dell’anno secondo la Oxford University è “post-verità” ossia “la circostanza in cui l’oggettività dei fatti influisce sull’opinione pubblica meno delle emozioni e del convincimento personale”. È normale che dopo i recenti avvenimenti, doposi parli di quanto il sentimento possa influenzare le scelte, soprattutto quando le decisioni da prendere avranno un influenza diretta nella vita della collettività.Tuttavia sorge spontanea una domanda: ma quando mai nella nostra società ha prevalso la verità?

In effetti la storia dimostra che la “caccia alle streghe” non è solamente un retaggio di secoli fa. Si, certo, per fortuna non andiamo più in giro credendo agli untori, ma il livello di applicazione del metodo scientifico e del ragionamento razionale si rivela ad oggi piuttosto basso. La diffusione di notizie e bufale sui Social media non è una novità del 2016 e, anche quando questi strumenti non esistevano o sembravano impensabili, i falsi storici circolavano ugualmente. Semplicemente ora lo fanno più velocemente e con una diffusione maggiore.

L’olio di palma è un delle tante vittime della demonizzazione emotiva. Oggi in qualsiasi supermercato si trovano numerosi prodotti confezionati come biscotti, merendine, snack, gelati che riportano la scritta “senza olio di palma”.  E, come l’olio di palma, altri prodotti in tutto il mondo hanno subito o stanno subendo duri attacchi. Ma ciò che stupisce di più della vicenda è il modo in cui questo ingrediente è stato messo alla gogna pubblica.

L’industria italiana infatti si è sentita obbligata nel giro di pochissimo tempo a eliminarlo dai suoi prodotti sbandierando la cosa come se fosse farina del suo sacco. Il tutto senza che nessun’organizzazione scientifica riconosciuta abbia mai lanciato l’allarme o affermato che si tratti di un prodotto pericoloso per la saluta. Anzi, la comunità scientifica continua a difenderlo contro le tante bufale che circolano sul web, in siti come Il Fatto Alimentare e GIFT. L’olio di palma è diventato “velenoso”, uno mostro che la comunicazione emozionale ha contribuito a distruggere senza alcuna prova scientifica, ma solamente affidandosi alla paura e giocando sul sentimento di insicurezza del consumatore.

Questa è la post-verità o, forse, è semplicemente una verità scomoda dove i fatti, la cui comprensione richiede tempo e concentrazione, sono nascosti dalla velocità della comunicazione e dalla cascata emozionale. E se non tutti cadono nella trappola della disinformazione, spesso sono portati a seguire alcuni fasulli principi di precauzione: meglio non mangiarlo l’olio di palma, che non si sa mai! Peccato che così la si dia sempre vinta a chi non ha interesse ad approfondire il significato delle cose, contribuendo a far circolare le peggiori bufale e finendo per convincersi che siano vere senza ascoltare la voce della scienza. Questo sta accadendo oggi con l’olio di palma. ma possiamo stare sicuri che domani avremo un altro mostro con cui prendercela.

Campagne Liberali è un'associazione di cittadini che difende la libertà di scelta e promuove il metodo scientifico.