Olio di palma e acido palmitico: una review sugli effetti cardiovascolari e la carcinogenicità

Northwestern University - November 1973 - Organic Chemistry

Nelle ultime decadi la discordanza tra le evidenze riguardo alla capacità dell’olio di palma di incidere sull’aumento della colesterolemia ha portato a interrogarsi sul perché questo olio possa essere potenzialmente nocivo per la salute.

La ragione principale sembra essere il suo alto contenuto in SFA, in particolare l’acido palmitico, che insieme all’acido miristico, in un report del 2003 della WHO (World Health Organization) è stato correlato positivamente all’aumento del colesterolo ematico e di conseguenza all’incremento del rischio di sviluppare patologie cardiovascolari.

Tuttavia non tutti gli studi giungono agli stessi risultati. Una review del 2013 condotta dagli italiani Fattore e Fanelli sembra ridimensionare il ruolo negativo dell’olio di palma (e dell’acido palmitico in quanto tale), soprattutto in virtù della presenza compensatoria di altri acidi grassi come l’oleico e il linoleico. Altre ricerche devono essere condotte sull’argomento valutando non solo gli effetti dei singoli elementi, ma il loro ruolo nell’ambito del modello alimentare assunto.

Lo studio è stato realizzato da Elena Fattore e Ettore Fanelli dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”.

Leggi lo studio integrale

Campagne Liberali è un'associazione di cittadini che difende la libertà di scelta e promuove il metodo scientifico.