La Scienza smentisce le bufale ambientaliste

Le palme da olio sono la coltivazione più sostenibile. Abbandonarle e rimpiazzarle con altre coltivazioni significa provocare un disastro ambientale

La Scienza è lo strumento che ci ha permesso di evolverci fino a qui, vivere meglio, più liberi e prosperi. La Scienza quale metodo richiede tempo, più o meno lungo. In questa fase suoi i nemici, coloro che ne disconosco il metodo, si esibiscono nel tentativo di imporre le loro verità fisse, ideologiche, religiose. Fino a quando la Scienza non li ammutolisce con la forza del metodo e dei fatti.

Così è successo con l’olio di palma. Un altro studio dell’Unione Internazionale per la Conversazione della Natura (UICN) appena pubblicato conferma ciò che abbiamo sostenuto per mesi: l’olio di palma è la coltivazione più sostenibile al momento. Migliore per ridurre la deforestazione. Migliore per tutelare la diversità. Per cui promuoverne l’abbandono in favore di altre coltivazioni significa danneggiare l’ambiente.

I parlamentari europei e i gruppi di pressione, negli ultimi anni, hanno lavorato per ridurre o addirittura eliminare l’utilizzo di olio di palma senza rendersi conto di aver gradualmente penalizzato le loro amate foreste. Buone le intenzioni, ma pessima l’esecuzione.

AZIENDE (IN)SOSTENIBILI

Lo stesso discorso è valido per tutte le aziende, come Barilla, COOP e Iceland Uk che si vantano di perseguire la sostenibilità avendo abbandonato l’olio di palma. I fatti dimostrano il contrario. L’esito della loro scelta – evidentemente commerciale – si preannuncia devastante per l’ambiente con il rischio si verifichnoi una deforestazione ancor più devastante e un’ulteriore perdita di biodiversità.

In particolare, il caso di Barilla è emblematico. Nel suo Rapporto Sostenibilità 2017 dimostra che l’olio di palma è la coltivazione più sostenibile. La medesima conclusione è contenuta nel Rapporto 2018, nonostante siano cambiati i parametri di lettura proprio per confondere il lettore.

BARILLA, COOP, ICELAND & soci dovrebbero rispondere ad una domanda: abbandonando l’utilizzo dell’olio di palma, quali conseguenze generano? Non ci raccontino che viene ridotto l’impatto sulla deforestazione e migliorata la biodiversità. NON È VERO. Lo abbiamo dimostrato ampiamente qui e ora lo dimostra anche il nuovo studio UICN. La loro è certamente una scelta commerciale, di propaganda. Preoccupa di più che sia una scelta anche ideologica e che interi dipartimenti di CSR propagandino in modo religioso l’abbandono dell’olio di palma quando la scienza dimostra il contrario.

CAPOVOLGIAMO IL RAGIONAMENTO e supponiamo che non ci siano prove così certe che sostituire il palma con altre coltivazioni sia davvero conveniente. RAGIONIAMO SEGUENDO LA LOGICA.

Imprese come BARILLA e COOP hanno lungamente difeso l’olio di palma (esistono testimonianze audio e video). Improvvisamente lo abbandonano perché non possono garantire una supply chain sostenibile (senza però dirlo apertamente). Iniziano a fare proclami sulla sostenibilità dei loro prodotti a tutto spiano senza minimamente curarsi della coerenza e della reputazione davanti ai consumatori. Complimenti!

Fanno sembrare tutto normale, tutto a posto. C’è però un problema: con cosa viene sostituito l’olio di palma? Con altri oli vegetali, come il girasole, i quali non hanno alcuna certificazione di sostenibilità né è mai stata richiesta. Infatti, mentre per l’olio di palma sono disponibili informazioni e un monitoraggio costante, grazie al lavoro incessante dell’ONG finanziate da diverse lobby, su tutti gli altri oli sappiamo poco.

MENO PALMA = MENO FORESTE

Cosa succederebbe se le piantagioni di palma dovessero cessare di esistere, come auspicano certe aziende e associazioni? Ricrescerebbero miracolosamente le foreste? Che fine farebbero i produttori di olio di palma? Le aziende operanti nel settore avrebbero due opzioni: investire altrove o cambiare coltivazioni per sostituire le palme. Nel primo caso milioni di piccoli agricoltori finirebbero in mezzo a una strada. Nel secondo inizierebbero a coltivare piante molto meno sostenibili come la soia o peggio ad allevare animali per la carne e il grasso. È questo quello che volete ottenere?

La logica e la Scienza dimostrano che le alternative alle piantagioni di olio di palma per ora non ci sono. Come persino Papa Francesco ha scritto nella sua enciclica Laudato Si’: serve un bilanciamento delicato. Tra foreste, oranghi, bambini, agricoltori, produttori e multinazionali occorre trovare un bilanciamento che consenta a tutti questi fattori di convivere. Abbandonando le piantagioni di olio di palma l’unico risultato che si ottiene è quello commerciale. Si vende di più pulendosi la coscienza. Ma i fatti dimostreranno che si sono fatti più danni.

È incredibile come aziende multinazionali che assumono personale di grande qualità compiano errori simili. Non vogliamo credere che siano così ciniche da imbrogliarci spudoratamente. Semplicemente hanno smesso di affidarsi alla Scienza. Ne negano i risultati e le evidenze per promuovere la propria reputazione attraverso una narrativa distante dalla realtà.

LA SOLUZIONE

Per ora consiste nel mantenere le piantagioni di olio di palma. In primo luogo perché è uno straordinario grasso vegetale con caratteristiche perfette per i prodotti che consumiamo ogni giorno. Inoltre è il migliore strumento per garantire quel delicato bilanciamento che persino la Chiesa persegue. Senza piantagioni di palme milioni di famiglie rischierebbero la fame. Senza le piantagioni milioni di ettari di foresta rischierebbero di sparire a causa di altre produzioni. Stesso discorso per la biodiversità. Il bilanciamento si ottiene stimolando una supply chain sostenibile. Si ottiene educando e coinvolgendo gli agricoltori, le multinazionali e i consumatori.

BARILLA E COOP non risponderanno. Ma un giorno chiederemo loro conto della condotta sull’olio di palma. Per il momento ci stanno fornendo prodotti meno sostenibili di quello che dicono, ingannandoci. Dimostrino che abbiamo torto!

Ps. Ma non fate come con le questioni riguardanti la salute, dove avete fatto davvero una misera figura. La scienza riconosce e apprezza gli errori, ma smaschera e punisce chi mente.

 

Campagne Liberali è un'associazione di cittadini che difende la libertà di scelta e promuove il metodo scientifico.

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