L’informazione è un malato terminale. Serve una cura!

Indovinate un po’: una maxi (ma proprio maxi, enorme) ricerca britannica pubblicata di recente sostiene che aggiungendo della vitamina D, sotto forma di integratore, al cibo che mangiamo tutti i giorni potremmo stare meglio e prevenire l’insorgere di diverse patologie. Quante volte abbiamo letto una notizia così? 100, 1000, 1 milione. Quante volte ormai passiamo oltre questi articoli perché sappiamo già che fra un mese ne uscirà un altro che dirà il contrario? 100, 1000, 1 milione di volte.

Oggi più che la nostra salute, migliorata anche grazie alla ricerca scientifica, è quella dell’informazione a doverci preoccupare. In particolare quando gli argomenti trattati riguardano la scienza e la medicina. Siamo continuamente bombardati da reportage, inchieste, servizi e articoli pieni zeppi di notizie incredibili: l’olio di palma fa molto male, lo ha detto il dott. X! Aspetta, no, i ricercatori dicono che fa bene! Non demonizziamolo dice l’OMS. E i fatti scientifici, i dati e gli studi vengono sorpassati e cancellati dalla notizia. Nel frattempo il cittadino si ritrova come un gatto in tangenziale: nel dubbio, o resta immobile o si affida al primo che capita in grado di rassicurarlo e insegnargli cosa è bene e cosa è male.

Nella scienza il dibattito è doveroso; il dubbio è una spinta a impegnarsi ancora di più per risolvere un problema; il fallimento è all’ordine del giorno e serve a trovare nuove strade per fare meglio. Il tutto delimitato da regole, scritte e non, che hanno consentito all’uomo di evolversi ed innovare continuamente.

Nell’informazione questo non avviene più da tempo. Il titolo conta più dei fatti e della loro dimostrazione, non vi è alcuna riflessione sul contenuto, ma tutto si basa sui tempi. La velocità comanda e poco importa se può fare danni oppure se significa divulgare mezze verità. L’errore non è contemplato, e se anche fosse, che problema c’è? Possiamo sempre rettificare il giorno dopo. Nasce così quell’assordante frastuono che ci portiamo dietro giorno dopo giorno.

È con questa particolare attenzione a vendere solo un titolo, un’etichetta e non un servizio che oggi il giornalismo se la prende con le bufale. E non appena si prova a ragionare, grazie allo sforzo di scienziati e ricercatori, come avvenuto nel convegno di Napoli dello scorso venerdì sull’olio di palma, ecco che subito dopo si riprova a mistificare la realtà, a dare meno potere alla conoscenza e più all’ideologia. Quanto fatto dal Movimento 5 Stelle, giovedì 14 febbraio alla Camera dei Deputati, è esattamente questo: cercare di affossare il dibattito scientifico cancellandolo con la demagogia e la parzialità delle informazioni.

Se queste sono le premesse per informare i cittadini, senza senso critico, senza dibattito, battendosi solo per diffondere la propria ideologia e ottenere facili consensi, il declino è davvero arrivato e proseguirà inesorabile. Ma se non lo capisce chi fa della comunicazione e della difesa del bene comune la sua missione, come può farlo un cittadino comune o un ragazzo?

Campagne Liberali è un'associazione di cittadini che difende la libertà di scelta e promuove il metodo scientifico.