Il Venezuela è il Fallimento del Socialismo

La mancata posizione del Governo italiano sul Venezuela non è grave solo da un punto di vista politico quanto piuttosto sul piano culturale ed economico. Ormai sembra che in Italia élite e sovranisti siano accomunati da un’idea sempre più socialista dello Stato. Un’idea che si è rivelata deleteria per l’economia laddove applicata e ha tolto il futuro alle nuove generazioni. Ecco perché il silenzio su quanto sta succedendo nel Sud America è lo specchio del rischio che non vogliamo correre.

La tradizione socialista del Venezuela ha radici profonde. Hugo Chávez ha avviato il Paese nel sentiero del socialismo, seppur perseguendo alcuni obiettivi condivisibili come la scolarizzazione e gli investimenti nella ricerca, e della statalizzazione più forte. Dal 2000 al 2013 il debito pubblico è passato dal 28% al 72% del PIL e il salario minimo è stato aumentato di volta in volta (ma con inflazione crescente), senza tenere conto del tasso d’interesse schizzato a oltre il 60% nel 2004 che ha depresso ogni forma di investimento privato. Invece di fondare il Paese su imprese e individui liberi, l’economia venezuelana è stata impostata sulle cooperative socialiste. Alla gente è stato promesso che il governo si sarebbe assunto la responsabilità della produzione, soprattutto del petrolio, e che i ricavi sarebbero stati utilizzati per il “bene della società”. Ovviamente fu tutto il contrario e gli introiti delle imprese nazionalizzate si dispersero tra clientele e corruzione.

L’avvento nefasto di Maduro ha solamente peggiorato la situazione. Continuando la peggior politica chavista, il Venezuela è sprofondato in una devastante crisi economica. Totalmente privo di un tessuto produttivo diversificato e abituato alla forte presenza di uno Stato assistenzialista, il Paese ha iniziato a fare i conti con le scelte passate. Negli ultimi due anni il Pil è crollato mediamente del 16% e l’inflazione ha toccato vertici storici: 1,6 milioni percentuali. Dopo elezioni caratterizzate dal boicottaggio dell’opposizione e dai brogli elettorali, Nicolás Maduro ha prestato giuramento per un secondo mandato come presidente venezuelano. L’intero processo elettorale e l’azzeramento dei poteri del Parlamento a favore di un’altra assemblea filo-madurista hanno portato a violente proteste. La recente iniziativa di Guaidò è solo l’atto finale del fallimento delle politiche socialiste e ne dimostra l’inconsistenza nel lungo periodo.

Ma qual è la lezione che possiamo apprendere dal Venezuela? Il socialismo colloca il gruppo, solitamente il gruppo che si trova al potere in un dato momento, al di sopra dell’individuo e della libertà. Ciò significa che tutti gli individui diventano funzionali agli obiettivi di un unico corpo, soggetto alla volontà di una minoranza che governa. E più il potere si rafforza, più la clientela avanza e le libertà si restringono. Questo è stato il Venezuela degli ultimi 20 anni.

L’atteggiamento del Governo italiano, in totale controtendenza con la maggior parte degli stati europeo, è significativo e deludente. Non solo, lo spirito rinunciatario sia delle élite sia dei nuovi sovranisti è uno smacco a chi crede nel valore assoluto della libertà individuale e nel metodo liberale. Accettare passivi gli effetti gravissimi del socialismo venezuelano, nonostante le evidenze e le proteste ormai endemiche, significa aderire a quel modello. Ciò non deve stupire. Se le misure più gettonate in Italia prevedono sempre meno libertà, meno impresa e sviluppo, e più Stato e clientele non siamo poi così diversi da Maduro e i suoi.

Stiamo tradendo i nostri valori e le nostre tradizioni, fondate sull’iniziativa privata e sulla libera imprese. Abbiamo esportato idee, creatività e positivismo. Oggi li rinneghiamo per paura di prendere una posizione, dimenticandoci di cosa ha significato il socialismo applicato alla società. Per questo è necessario sostenere l’iniziativa di Nazione Futura e del comitato per Guaidò Presidente. Per non dimenticare. Per il Venezuela.

Campagne Liberali è un'associazione di cittadini che difende la libertà di scelta e promuove il metodo scientifico.

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