
Finalmente un segnale da Confindustria: il protezionismo fa male. Il protezionismo all’interno della UE fa ancora peggio.
Anche il protezionismo italiano non fa bene, anche perché è pasticciato e risponde all’interesse corporativo di pochi (protezionismo maccheronico) piuttosto che a quello della nazione (protezionismo serio).
Sarebbe quindi ora che il Presidente Boccia schierasse apertamente Confindustria contro l’assurda nuova Battaglia del Grano che il Ministro Calenda e il Ministro Martina hanno avvallato e trasformato in un decreto che per altro nessuno ha ancora avuto la fortuna di leggere, appoggiando la campagna nazionalista di Coldiretti.
Il loro è un protezionismo maccheronico. I due sanno infatti, che il provvedimento che impone di indicare l’origine del grano ai produttori pasta è contrario ai principi della UE e che questa non lo potrà far passare per evitare il rischio di diffusione di politiche protezionistiche per il vecchio continente. I due non possono non sapere che qualsiasi impresa può impugnare il decreto e portarlo davanti a qualche corte.
Le ragioni che spingono i Ministri non sono di natura economica ma elettorale, evidentemente. Dimostrano così, ancora una volta, che il nostro protezionismo è di provincia.
Confindustria dovrebbe schierarsi apertamente anche contro Coldiretti che di questa Battaglia del Grano è il primo sostenitore: danneggia le imprese italiane produttrici di pasta che sono i principali player globali. Purtroppo non lo sono i nostri produttori di grano che anzi, frammentati come sono in tante piccole aziende, non possono pensare di competere con i grandi produttori internazionali.
Quindi Confindustria dovrebbe invitare la Coldiretti e il Governo ad impegnarsi per riformare questa parte del nostro sistema agricolo per renderlo più competitivo. Ne guadagnerebbero gli agricoltori in primis, i produttori di pasta e soprattutto noi cittadini consumatori.
Sulle ragioni per cui questa nuova Battaglia del Grano è sbagliata si veda questa nostra breve analisi.