Protezionismo: Confindustria suoni la carica

Finalmente un segnale da Confindustria: il protezionismo fa male. Il protezionismo all’interno della UE fa ancora peggio.

Anche il protezionismo italiano non fa bene, anche perché è pasticciato e risponde all’interesse corporativo di pochi (protezionismo maccheronico) piuttosto che a quello della nazione (protezionismo serio).

Sarebbe quindi ora che il Presidente Boccia schierasse apertamente Confindustria contro l’assurda nuova Battaglia del Grano che il Ministro Calenda e il Ministro Martina hanno avvallato e trasformato in un decreto che per altro nessuno ha ancora avuto la fortuna di leggere, appoggiando la campagna nazionalista di Coldiretti.

Il loro è un protezionismo maccheronico. I due sanno infatti, che il provvedimento che impone di indicare l’origine del grano ai produttori pasta è contrario ai principi della UE e che questa non lo potrà far passare per evitare il rischio di diffusione di politiche protezionistiche per il vecchio continente. I due non possono non sapere che qualsiasi impresa può impugnare il decreto e portarlo davanti a qualche corte.

Le ragioni che spingono i Ministri non sono di natura economica ma elettorale, evidentemente. Dimostrano così, ancora una volta, che il nostro protezionismo è di provincia.

Confindustria dovrebbe schierarsi apertamente anche contro Coldiretti che di questa Battaglia del Grano è il primo sostenitore: danneggia le imprese italiane produttrici di pasta che sono i principali player globali. Purtroppo non lo sono i nostri produttori di grano che anzi, frammentati come sono in tante piccole aziende, non possono pensare di competere con i grandi produttori internazionali.

Quindi Confindustria dovrebbe invitare la Coldiretti e il Governo ad impegnarsi per riformare questa parte del nostro sistema agricolo per renderlo più competitivo. Ne guadagnerebbero gli agricoltori in primis, i produttori di pasta e soprattutto noi cittadini consumatori.

 

Sulle ragioni per cui questa nuova Battaglia del Grano è sbagliata si veda questa nostra breve analisi.

Pietro Paganini

Liberale classico e montessoriano. Professore Aggiunto in Business Administration presso la John Cabot University di Roma. Fondatore e Curiosity Officer di Competere – Policies for Sustainable Development – una piattaforma di professionisti che produce analisi e ricerche per innovare i processi produttivi. Fondatore e Segretario Generale dell’Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati. Editorialista per La Stampa, ha pubblicato per diverse testate nazionali ed internazionali tra cui il WSJ, il Corriere della Sera e il Sole 24 Ore.

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