Il protezionismo non serve al Made in Italy

Il decreto Martina-Calenda (e Coldiretti) sull’origine del grano è contrario ai principi del libero mercato e della trasparenza verso i consumatori. L’introduzione dell’obbligo di indicare l’origine del grano utilizzato per la pasta (paese di coltivazione e molitura) nelle etichette sui pacchi generici è un attentato al libero commercio che discrimina la materia prima proveniente dall’estero.

Il provvedimento dovrebbe promuovere la trasparenza, ma in realtà finirà per confondere i consumatori spingendoli ad acquistare solo prodotti con grano Made in Italy.

Il decreto penalizza i consumatori:

1) Riduce la vera trasparenza: né Martina né Calenda dicono la verità. La produzione di grano italiano non è sufficiente al fabbisogno interno. L’acquisto di grano dall’estero (circa il 40% di quello necessario) è obbligatorio.

Inoltre, il grano italiano non sempre ha le caratteristiche che i pastai richiedono per cui il ricorso alla materia dall’estero è necessario. L’eccessiva frammentazione della coltivazione e produzione del grano non sempre si coordina con le necessità operative e commerciali dei molitori e dei pastai. I mercati esteri sono spesso più consolidati rispondendo meglio alle esigenze del mercato.

2) Promuove il protezionismo. L’autarchia applicata alla produzione di grano – già sperimentata durante il ventennio fascista – non porta alcun beneficio né tantomeno è di supporto alle strategie commerciali del contesto globale odierno.

3) Sono i pastai a fare la buona pasta che poi esportano nel mondo. La qualità della pasta non dipende dall’origine del grano. Questo decreto illude i consumatori che il grano italiano dia loro più garanzie di qualità. Falso.

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Questo decreto non difende il Made in Italy come raccontano Martina e Calenda. È un provvedimento che favorisce il protezionismo e che quindi nel lungo termine penalizzerà l’economia italiana, impoverirà l’agricoltura e la produzione di grano, diminuirà la qualità della pasta, e in generale punirà i consumatori.

Il Decreto contraddice i principi europei del libero commercio, per questa ragione Campagne Liberali porterà la campagna in difesa del libero commercio e della libera scelta dei consumatori a Bruxelles.

Campagne Liberali è un'associazione di cittadini che difende la libertà di scelta e promuove il metodo scientifico.

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