Balle spaziali, Reuters non sta indagando sull’olio di palma e Ferrero perché non c’è niente su cui indagare!


Le vacanze natalizie sembravano aver portato un po’ di tranquillità a tutti quanti. Purtroppo, come sempre, le cose belle finiscono subito ed eccoci, di nuovo, in mezzo alle solite manifestazioni anti-scientifiche. Secondo Il Fatto Alimentare, sito noto per le battaglie contro diverse aziende insieme agli amici di GIFT dell’ex manager di Federalimentare Dario Dongo, la loro campagna contro l’olio di palma è riuscita a mettere in difficoltà la Ferrero e la Nutella sulla quale starebbe indagando la storica agenzia di stampa inglese Reuters.

E per portare le prove del proprio successo e della propria visibilità Il Fatto Alimentare cita un articolo in lingua inglese proprio di Reuters dal titolo “Nutella maker fights back on palm oil after cancer risk study”. Come è di comune uso ai giorni nostri, gli articoli in inglese vengono spesso opportunamente travisati e tradotti a seconda della convenienza seguendo il luogo comune “tanto in Italia l’inglese non lo capisce nessuno, che vuoi che sia”. E invece qualcuno l’inglese lo capisce e lo sa leggere nel modo giusto.

Secondo il Fatto l’unico motivo per cui Ferrero difende l’olio di palma pubblicamente sarebbe economico. Lo dice anche Reuters. Nel frattempo l’azienda italiana continua ad avvelenare e uccidere i nostri bambini. Citando lo studio di EFSA uscito nel 2016 che poneva attenzione verso i processi industriali per trattare l’ingrediente, i nostri eroi ritengono di avere le chiavi per interpretare correttamente la scienza e divulgarla ai cittadini. Il loro giudizio è inappellabile: l’olio di palma è cancerogeno e per questo dobbiamo eliminarlo.

Ma è proprio così? Se si legge l’articolo di Reuters le cose stanno in modo ben diverso. L’agenzia non sta indagando su Ferrero, o almeno così non traspare affatto dall’articolo. EFSA, OMS e la U.N. Food and Agriculture Organization, pur riconoscendo che è necessario fare attenzione ai contaminati presenti in tutti gli oli vegetali lavorati ad alte temperature, non hanno MAI raccomandato di smettere di mangiarlo, tantomeno di boicottarlo come suggeriscono i nostri paladini. E così si comporta anche la U.S. Food and Drug Administration. (Potete trovare la frase in inglese sia nelle note sotto questo post sia al link dell’articolo originale. Così vedete che qua non si bara sulla traduzione!)[1]

Dunque secondo le previsioni dovremmo essere tutti qua a ringraziare Il Fatto Alimentare per averci fornito la lettura corretta dello studio dell’EFSA sugli oli vegetali, aver fatto la guerra ad una azienda italiana e aver addirittura influenzato la Reuters. Peccato che le loro considerazioni siano smentite dalla scienza stessa e dalle “normali” conclusioni degli studi scientifici eseguiti nel settore che chiunque può leggere. Inoltre di testimonianze di medici, studiosi, ricercatori a favore dell’olio di palma se ne trovano a decine sul web, ma questo viene sempre omesso. E noi con la nostra piattaforma stiamo dando voce a tutti loro, la voce della scienza in quanto tale. Qualcun altro invece sul proprio sito traduce come gli pare dall’inglese e interpreta la scienza a piacere. A ognuno il suo, si suole dire.

[1] Frase integrale dall’articolo “Nutella maker fights back on palm oil after cancer risk study” pubblicato da Reuters in data 11/1/2017: “The World Health Organization and the U.N. Food and Agriculture Organization flagged the same potential risk that EFSA had warned of regarding GE, but did not recommend consumers stop eating palm oil. The U.S. Food and Drug Administration also has not banned the use of palm oil in food.”.

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