L’Europa verso un olio di palma 100% sostenibile

Il volume di olio di palma che fa il suo ingresso nel mercato europeo è sempre più sostenibile. L’olio di palma fa scuola: Non risulta esserci nessun’altra produzione di oli vegetali così determinata ad allinearsi con la sostenibilità ambientale. Ma accanto agli sforzi della supply chain è essenziale incontrare l’allineamento di governi e istituzioni.

Il volume di olio di palma che fa il suo ingresso nel mercato europeo è sempre più sostenibile. Lo studio condotto dallo European Sustainable Palm Oil (ESPO) mostra infatti che, nel 2016, circa il 69% dell’olio di palma importato per uso alimentare nelle raffinerie europee è dotato di certificazione di sostenibilità.

L’olio di palma fa scuola, nel senso più positivo del termine. Infatti non risulta esserci nessun’altra produzione di oli vegetali così determinata ad allinearsi con la sostenibilità ambientale, come testimonia il Climate Focus “Eliminating Deforestation from the Production of Agricultural Commodities” (2016).

La questione legata alla deforestazione, è per l’olio di palma, l’ennesimo spauracchio dietro al quale si nasconde una scontata guerra commerciale tra oli vegetali. Infatti, i dati provenienti dal Global Forest Resource Assessment 2015 della FAO e da altre analisi (Phys, 2017) stimano che il contributo delle palme da olio alla deforestazione tropicale globale si attesti, appena, tra il 2,3% e il 5%.

Non dimentichiamoci che le piantagioni di olio di palma sono, di per sé, le più sostenibili tra le coltivazioni:

  • La palma da olio infatti ha una resa media di 3,62 tonnellate per ettaro: 5 volte superiore a quella della colza (0,79 t/ettaro) e addirittura 9 volte più di quella della soia (0,37 t/ettaro).
  • La coltivazione della palma da olio utilizza, in tutto il mondo, 17 milioni di ettari di terreno, ossia il 6% totale delle terre coltivate, per fornire il 35% del fabbisogno mondiale di olio vegetale.
  • Servono, invece, ben 111 milioni di ettari perché la soia garantisca appena il 27% del fabbisogno globale.
  • L’olio di palma richiede meno fertilizzanti, pesticidi ed energia rispetto a coltivazioni come soia e colza.
  • A differenza dei suoi sostituti, non solo ha bisogno di meno acqua per crescere ed essere produttiva.
  • Al contrario dell’olio di girasole e dell’olio di cocco, che vengono estratti con solventi chimici, l’olio di palma si ottiene per spremitura.
  • Infine, quella dell’olio di palma è l’unica filiera tra gli oli vegetali ad essersi dotata di sistemi di certificazione nel rispetto dei criteri di sostenibilità.

Se l’olio di palma venisse eliminato non ci sarebbero garanzie sulla sostenibilità di altri prodotti né sugli effetti per l’ambiente. Per questo motivo si lavora già da tempo ad una produzione sostenibile di olio di palma, concentrandosi su tre tematiche:

  • Responsabilità ambientale;
  • Rispetto delle comunità locali;
  • Integrità aziendale e di prodotto.

Gli sforzi messi in campo da produttori, imprese, ed istituzioni, per un olio di palma sostenibile al 100%, non rappresentano solo una conquista per la filiera industriale, ma sono un braccio teso a favore dell’intera collettività.

Inoltre, un olio di palma al 100% sostenibile può contribuire a:

  • Eliminare la povertà;
  • Eliminare la fame;
  • Creare posti di lavoro;
  • Sostenere la crescita economica;
  • Diminuire le disuguaglianze;
  • Mitigare i cambiamenti climatici;
  • Conservare la biodiversità

È evidente che la responsabilità di garantire un olio di palma completamente sostenibile non può ricadere solo sui produttori. Accanto agli sforzi della supply chain è essenziale incontrare l’allineamento di governi e istituzioni. La cooperazione tra gli attori all’interno della filiera, l’adozione di politiche alimentari basate sulla tutela sociale e ambientale, e azioni rivolte alla conoscenza di un processo produttivo sostenibile, sono la ricetta per sovrapporre le esigenze del mercato con le esigenze della società civile.

Campagne Liberali è un'associazione di cittadini che difende la libertà di scelta e promuove il metodo scientifico.

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